lunedì 22 settembre 2014

SASSARI - "SAN MICHELE DI PLAIANO"


Hanno collaborato alla realizzazione di questo post
Mario Grimaldi per il testo
Antonio Carta per le foto
Capitano Musica per la grafica



“PLAIANO” - Antico villaggio di origine medioevale che faceva parte del giudicato di Torres, compreso nella curatoria della Romangia. Era situato nelle campagne di Sassari. Dopo l’estinzione della famiglia giudicale, venne amministrato dal Comune di Sassari, che lo considerava sua proprietà e ne difendeva il possesso con grande determinazione, ma nei decenni successivi il territorio si spopolò completamente. Ed è qui che lungo la strada provinciale denominata “Buddi Buddi”, in località, appunto di Plaiano, che si trova la chiesa di San Michele. E’ stata edificata in conci calcarei, un unica navata (rettangolare), senza abside.Gli storici di storia dell’arte, lo ritengono uno dei primi esempi del romanico in Sardegna (XI-XII sec.) - della chiesa si possono vedere solamente la facciata e il lato nord, poiché sul fianco meridionale e sul retro sono stati posti in aderenza alcuni edifici “moderni” che ne nascondono la visibilità -. La struttura è stata costruita in due fasi: la prima successiva al 1.082 e la seconda (di allungamento dell’edificio) verso il 1.115 quando la chiesa fu data ai Camaldolesi, a questa seconda fase, risale anche, la facciata priva di campanile, orientata verso nord/nord ovest, questa è divisa in due ordini da una cornice a doppio smusso. Nell’ordine inferiore ci sono: un portale in legno con architrave in marmo (di nuova costruzione), che si appoggia su stipiti dello stesso marmo, arco di scarico a tutto sesto e infine tre arcate a pieno centro che poggiano su alte ma strette lesene (la lesena è un pilastro poco sporgente da una parete con funzione sia portante che decorativa). Nell’ordine superiore è un loggiato caratterizzato da cinque archi su piccole colonne e al centro una bifora di epoca recente. Comunque tanto nell’ordine inferiore che quello superiore sono presenti conci decorati ad intarsio in forme geometriche quali : rombi, rosoni, rettangoli, un tempo in policromia.All’ interno regna la penombra (certamente dovuta alla forma allungata dell’aula).
PER QUANTO RIGUARDA LA CHIESA E IL MONASTERO DI SAN MICHELE DI PLAIANO NUMEROSE SONO LE FONTI STORICHE , CHE CI RACCONTANO LA GRANDE CONSIDERAZIONE IN CUI ERA TENUTA SAN MICHELE NEL CORSO DEI SECOLI E FINO A TUTT’OGGI. Nel 1.116, come già detto, i Camaldolesi ottennero in dono dalla Primaziale pisana il monastero dedicato al Santo; successivamente nel 1.128 per volontà degli stessi Pisani venne concesso ai vallombrosani con tutte le pertinenze ad eccezione della corte di “SEPTEM PALMAS e della “NURRA che tennero per la loro chiesa. Con questa donazione i vallombrosani ottennero la concessione degli interi redditi, mentre la Primaziale manteneva la proprietà dei cespiti. Questi beni vennero certamente accreditati da varie Bolle papali come quella del 1138 di Innocenzo II che tra l’altro concesse loro autonomia di giurisdizione e di governo: e cosi via con le bolle di Alessandro III del 1.175, di Urbano III del 1.185 , di Clemente III del 1.188 e con quella del 1.252 disposta da Innocenzo IV. Nel 1.355 l’Abate di Plaiano Benedetto fu chiamato a partecipare al primo parlamento di Pietro IV d’Aragona in qualità di rappresentante del Braccio ecclesiastico.

Nel 1.444 papa Eugenio IV dispose che S. Michele di P. vesisse unita all’arcivescovo di Sassari; mentre nel 1.503, con disposizione di papa Giulio II, l’abbazia passava dalla Mitra sassarese a quella di Ampurias. Sisto V, poi nel 1585, decise di assegnare le rendite alla inquisizione sarda. Nel 1.769 i redditi di S. Michele furono assegnati all’Ospedale di Sassari che vendette la chiesa a tal Michele Sabino di Sorso il 17 luglio del 1.850.
Infine con decreto regio del 1.900 S. Michele di P. veniva ceduta al credito industriale Sardo e dopo ulteriori trasferimenti di proprietà tra lo stesso Credito e un certo Serra Cau Pietro la chiesa con le sue pertinenze fu venduta ad una ricca famiglia Sassarese alla quale, però nel 1956, fu espropriata dallo Stato con pretestuosi motivi.  M.G.



Interventi ristrutturativi
A cura di Antonio Carta



Interventi ristrutturativi sulla chiesa di S. Michele di Plaiano. In quest'ultimo secolo la chiesa è stata oggetto da parte dei vecchi proprietari di diversi atti vandalici dei quali i più importanti sono sicuramente la mutilazione dell'abside e l'addossamento sul fianco meridionale di edifici di nuova costruzione, che sono tutt'ora visibili. questi ultimi furono costruiti probabilmente nei primi anni del secolo dal Credito Fondiario Sardo proprietario del monumento e dal Sig. Parmeggiani, affittuario della chiesa e delle sue pertinenze, il quale nel 1902 fece ripristinare il tetto e divise l'aula in due piani per mezzo di un solettone per le necessità della sua azienda. In questa circostanza furono obliterate le monofore originarie e probabilmente fu demolita anche l'abside ( Costa 1907. p.280 ASS. ). Questa suddivisione era presente ancora nei primi anni quaranta, quando la chiesa , allora di proprietà di una facoltosa famiglia Sassarese, veniva utilizzata come magazzino , ricovero attrezzi e bestiame; infatti proprio a causa di quelle destinazioni d'uso versava in pessime condizioni. Tale stato di degrado fu denunciato Al Ministero dell'educazione Nazionale dal Soprintendente ai Monumenti e alle Gallerie della Sardegna con una lettera datata il 27 luglio del 1942, dove si faceva presente la necessità di un intervento immediato dello stesso Ministro, con una notifica di pregio, che avrebbe posto il monumento sotto la responsabilità della Soprintendenza. L'edificio nonostante il vincolo ( D. M. 12 ottobre 1942 ) continuò ad essere utilizzato a proprio beneficio ancora per parecchio tempo. Nel 1948 come indica una lettera inviata dalla prof.ssa Zanetti alla Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie Di Cagliari, la chiesa veniva ancora utilizzata come magazzino agricolo, tuttavia l'allora proprietari si dimostrarono favorevoli all'accettazione della richiesta di cessione a favore del culto purché gli venissero costruiti alcuni caseggiati di uguale cubatura. Ma nel 1953 per timori di altri danni, la Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Cagliari si attivò e nel 1956 ottenne dal Ministero della pubblica Istruzione che la stessa e gli edifici annessi venissero espropriati e fosse stabilita anche un area di rispetto. In questa parte posteriore vediamo una casetta costruita in aderenza alla chiesa .